
VERSO LA RIVOLUZIONE LIBERTARIA
5.1 Democrazia diretta digitale
L'avvento e l'ampia diffusione di internet consentono l'implementazione della democrazia diretta digitale che permetterà ai cittadini di esprimere la propria volontà in maniera semplice, efficace ed economica. Proponiamo un modello di democrazia diretta ispirato a quello svizzero senza quorum, sia abrogativo che propositivo. Democrazia diretta che è il naturale completamento del sistema confederale sopra enunciato, così che il cittadino abbia il più ampio potere politico sul territorio dove risiede. La democrazia diretta qui proposta non si limita solo ad un più ampio uso dello strumento referendario ma sarà fondamentale nella valutazione e nell'elezione non solo del governo ma anche dei diversi poteri istituzionali e soprattutto nella decisione sui parametri finanziari di ogni istituzione collettiva. Chiaramente avremo un importante incremento delle decisioni che possono essere prese con lo strumento della democrazia diretta e questo porterà molto probabilmente ad un ulteriore aumento dell'astensione. Questo sarà parzialmente mitigato dal più semplice e comodo sistema di voto. Nonostante questo è lecito immaginare una crescita dell'astensione e per ovviare a ciò gli astenuti non saranno considerati non votanti, ma saranno considerati votanti neutri, quindi il loro voto non andrà indirettamente alla maggioranza come avviene ora ma sarà suddiviso equamente. Praticamente l'astensione verrà abolita e sostituita dal voto neutro. Inoltre verranno attuati dei meccanismi di delega politica diretta.
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3.2 Democrazia qualitativa In sede di Assemblea Costituente proponiamo l'apertura di un dibattito su come valutare non solo il voto in termini quantitativi, ma anche in termini qualitativi. Quindi non solo valutare la totalità numerica dei votanti ma anche l'intensità e la qualità di ogni voto, senza ovviamente creare diseguaglianza delle condizioni. Tra le proposte da valutare possono esserci le seguenti: a) corpi elettorali con pesi differenti in base all'istituzione comune per cui votare; b) diritto di voto crescente partendo da 0,5 per i sedicenni, 0,75 per i 17 anni e 1 dopo i 18 anni; c) il potenziamento del proprio voto fornendo in cambio alla collettività ore di servizi socialmente utili o parti percentuali del proprio reddito/patrimonio (con adeguata progressività); d) il potenziamento del proprio voto in base ad una patente civica; e) altro. Su questo punto noi non abbiamo una proposta strutturata al 100% ma proponiamo una direzione di riflessione in sede di Assemblea Costituente. Obiettivo è valutare l'intensità del voto, cosa che invece oggi non traspare dall'esito elettorale dove un voto poco interessato e poco convinto vale come un voto di chi invece ha particolarmente a cuore la questione.
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3.3 Democrazia integrata Per democrazia integrata intendiamo un sistema dove al cittadino sono forniti tutti gli strumenti necessari per poter attuare la propria personale democrazia integrando la classica democrazia rappresentativa. Tra questi strumenti abbiamo il contratto sociale libero, la possibilità di secedere, la possibilità di scegliere il proprio stato aterritoriale, la possibilità e la capacità di scegliere molti servizi oggi imposti in maniera coercitiva (sanità, istruzione, sicurezza, giustizia, valuta, etc), la possibilità di creare ed affermare la propria legge personale (sempre nel rispetto delle proprietà costituzionali altrui).
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3.4 Democrazia integrale Democrazia significa governo del Popolo. Quello che noi chiamiamo Stato deriva il proprio potere, dal Popolo cioè da tutti noi, il suo potere non esiste senza il nostro consenso (anche se oggi sembra esistere come potere a sé stante). Di conseguenza, noi come individui siamo lo Stato, dato che è il Popolo è un'entità astratta. Io sono lo Stato. Tu sei lo Stato. Purtroppo attualmente non è così, lo Stato oggi non siamo noi ma è un'entità separata gestita privatamente da privati che si arrogano la presunzione di rappresentarci tutti, quando al massimo rappresentano la minoranza che li ha votati se non proprio esclusivamente sé stessi. Lo Stare qui proposto rende, invece, ognuno di noi proprietario della sua quota di cosa pubblica. Ognuno di noi deve essere azionista dei beni comuni. Ci riprendiamo quello che è sempre stato nella mani dello Stato centrale, cioè il potere. Il nostro potere. E questa considerazione non è solamente un esercizio intellettuale o di pura retorica ma ha implicazioni vastissime che vedremo in seguito. Democrazia integrale vuol dire che il cittadino si fa Stato, in quello che noi chiamiamo Stare, cioè Sovranità Condivisa.